martedì 6 agosto 2013

La vita come un campo di efficienza

La Romania!.
Un viaggio davvero interessante.
Un paese le cui montagne mi hanno dato molto a cui pensare, motivo per cui non ho postato in questi giorni. 

Non sapevo quale nome poter dare alla logica che ho in mente in questo momento.
Non sapendo se esiste già qualcosa di simile, mi invento un bel nomignolo.. e lo chiamo "campo di efficienza".

Cercherò di esprimermi dal principio, ponendomi delle domande.

Per quale motivo siamo così "naturalmente" riluttanti nell'imparare qualcosa di nuovo, man mano che progrediamo con gli anni?.
Per quale motivo si richiede così tanto tempo per sentirsi a proprio agio con una persona appena conosciuta?.

Provo a ribaltare il discorso in termini di efficienza, in modo molto grezzo.. vediamo cosa salta fuori.
Quanto più si ha efficienza in un determinato rapporto, lavoro o situazione, più si riesce a viverle, integrandole nel nostro mondo.

Ecco! forse il paragone più vicino per poter collegare il concetto di campo di efficienza è proprio il termine "nostro mondo"!.

Quando una persona entra in un campo a bassa efficienza, si trova naturalmente a disagio.. sempre sul chi va la.
Un campo a bassa efficienza è facilmente identificabile: è caratterizzato da una soglia di attenzione maggiore, dalla tendenza di non dare per scontato ciò che sta accadendo in quel momento.. e da un evidente stato di disagio che sembra avere una netta prevalenza inconscia, uno stato di tensione.

Quando una persona entra in un campo ad alta efficienza si trova a proprio agio, quasi come se stesse in quel campo da una vita intera e fosse in un certo senso entrato in simbiosi con quel campo.
Un campo ad alta efficienza è caratterizzato dalla disattenzione, dalla tendenza al dare per scontato,  da una capacità comunicativa più efficiente.. e di conseguenza più recepibile.
Uno stato di maggiore sicurezza e di minor tensione, in un certo senso.. a livello inconscio.
Per ultimo, la svogliatezza nel lasciare questo campo ad alta efficienza.

Bizzarro.

Eppure la mia riflessione svincola anche su un altro fronte, e quindi in un'altra domanda:
E se i sintomi fisici possano essere influenzati da un campo di efficienza?.

Quando si parla di sintomi fisici si tende a pensare in grande, alle malattie, alla degenerazione.
Non mi riferisco a quello.
Il mio è un pensiero più generico, ho semplicemente pensato che l'essere in un campo a bassa efficienza possa avere anche dei risvolti "fisici".

Prendiamo il viaggiare in un altro paese... o l'andare a dormire per qualche giorno in un posto in cui non si è mai stati.
I sintomi fisici sono frequenti fra i viaggiatori, e spesso e volentieri si tende ad associare tutto ciò al banale "fuso orario".
E lo stress? potrebbe essere il sintomo per eccellenza di un campo a bassa efficienza?.

E' alquanto curioso come questi parallelismi trovano un confronto costante con le nostre attività quotidiane.. davvero bizzarro.. eppure ho come una sensazione strana nel fare questa comparazione.





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