giovedì 13 marzo 2014

L'uomo, i meccanismi e le macchine

In questo ultimo periodo mi sono trovato a riflettere sul senso della vita.
Mi sono posto una domanda.
"Come si può capire il significato della vita senza saper definire oggettivamente la vita?."

Un essere vivo respira. ...OK.
Un essere vivo si move. ...OK.
Un essere vivo si riproduce. ...OK.

Per quale motivo non riusciamo a definire la vita se non con un insieme di aggettivi che la caratterizzano?.

Forse la nostra difficoltà nel definire la vita è un qualcosa che ci spaventa nel profondo?.

Prendiamo come riferimento le macchine.

Non siamo forse noi stessi delle macchine, in un certo senso?.
Non siamo forse noi stessi dei programmi?.

Si parla sempre di I.A.
Si parla sempre del come trasformare una macchina in un essere "pensante".
Non si parla mai del contrario.
Non si parla mai di quanto sia facile trasformare un uomo in una macchina.

Un programma.
Un programma che noi abbiamo già dentro di noi e che regola il nostro quotidiano.
Un programma che può trasformare sé stesso in modo plastico.
Un programma che può trasferire queste trasformazioni in un cambiamento fisico.
Un programma che prevede l'autosostentamento.

In una visione simile quale sarebbe lo scopo della vita?.
Che ruolo rivestirebbero in tale senso la riproduzione e la morte?.

Se la nostra "vita" non fosse affatto così diversa dalla "vita" di una macchina programmata?.
E se persino la nostra coscienza e la nostra "individualità" non fossero altro che parte di quel programma?.

La cosa che più mi colpisce..e più mi spaventa.. è quanto la similitudine sia azzeccata.




Parlando di macchine, concludo con un consiglio.

Per chiunque si domandi quale sia la radice di film importanti come Matrix e Avatar.
Guardatevi il film animato "Ghost in the shell 2.0" e il seguito "Innocence".
Sono dei film pesanti, ma magistrali e veramente molto profondi.
Sia Matrix che Avatar sono stati ispirati interamente da questi due lungometraggi, e dalle relative serie televisive.