giovedì 31 ottobre 2013

Un punto di svolta

Fu due anni fa, più o meno.

A lavoro mi dissero che sarei dovuto andare in Svizzera per un po' di tempo, per apprendere quanto più possibile su alcune tipologie di macchine automatiche.

Da tempo cercavo un'apertura che mi consentisse di staccare dalle attività quotidiane per concentrarmi su qualcosa di nuovo.

Mi sono così ritrovato in Svizzera a passare un po' di tempo per conto mio, con pochi altri colleghi.

La sera era il periodo in cui passavo più tempo da solo.

E' stato durante questi momenti che mi ha preso una forte insoddisfazione, forse perchè avevo più tempo per riflettere.
Insoddisfazione principalmente orientata al mio essere una persona passiva, manipolabile.. schiva nei confronti degli altri, incapace di esprimere la propria volontà, dipendendo sempre da quello che dicevano coloro che mi stavano attorno.

Per tutta la vita mi sono dedicato solo ai miei interessi dimenticandomi di me stesso, di come gli altri mi percepivano.
Mi sono autodefinito una persona debole e senza risoluzione. (scrissi un post al riguardo di quest'ultima)

Nei libri e nelle conferenze sono nascoste tante verità.. e tante sciocchezze.
Non è raro trovarvi concetti espressi in modo molto estremizzato al solo fine di dimostrare qualcosa.
..Però da qualche parte dovevo pur partire! e poi non tutto il fumo è senza arrosto!.

Decisi che dovevo trovare quanto più materiale possibile per alimentare la mia crescita personale.
Ho preso visione di video e libri sull'argomento, ho cercato su internet qualsiasi cosa che potesse attirare la mia attenzione e creare un conflitto dentro me stesso.

Perchè cercavo un conflitto? perchè sapevo che senza mettermi in una situazione che sfidasse il mio vivere ordinario, probabilmente non avrei assorbito quanto volevo.
Cercavo informazioni pratiche, che avessero un riscontro immediato.
Più gli argomenti trattati sfidavano il mio ragionamento e più mi sentivo un bambino smarrito.

Ho sempre accettato che il mio modo di parlare fosse normale, che la mia voce fosse bella e intonata.
Ho sempre pensato che il modo in cui scrivevo fosse decente.
Ho sempre pensato che quello che dici in una conversazione è l'elemento più importante.
Ho sempre pensato che quando parlavo con una persona, tenessi realmente conto del suo punto di vista.

Questo finchè non mi sono ascoltato con un registratore.
Questo finchè non ho letto un libro di scrittura creativa.
Questo finchè non mi sono scontrato con la dura realtà nella quale il linguaggio non verbale e il modo in cui dici le cose è più importante del contenuto stesso.
Questo finchè, all'interno di un dibattito non mi sono chiesto "ok, cosa hai capito di quello che ti ha appena detto? prova a ripeterlo a parole tue.".

Eppure quando andavo in libreria ridevo di materiale come questo, ci facevo le battute, è un argomento che non ho mai preso seriamente, per qualche motivo.

Che sia solo la frustrazione e l'insoddisfazione che mi hanno portato ad interessarmi di un soggetto simile?.
Da cosa dipende l'intuizione che ci porta a metterci nei panni di persone altrui e a mettere in discussione noi stessi? Ha a che fare con quanto siamo empatici?.
Questo mondo è davvero inaffrontabile senza indossare una maschera che ci renda interessanti agli altri?.

Come cosa o dove che sia, è stato per me un punto di svolta.







7 commenti:

  1. Bene.L'onestà con verso se stessi è proprio il principio della svolta.Non importa cosa ti abbia fatto raggiungere a questo punto,conta cosa farai da qui in poi.
    Un amichevole saluto

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  2. Sono d'accordo con il commento di Carolina, l'onestà è fondamentale per qualunque rapporto ma sfortunatamente ci ritroviamo attorno persone, amicizie che fingono continuamente di essere tutt'altro e questo porta a troncare i rapporti.

    Io Ho notato che nei tuoi post ripeti continuamente la parola "maschera" e ciò può aver solo due spiegazioni a sto punto: o sei stato suggestionato malamente da qualcosa concernente le maschere oppure dimostri che sei un individuo che affronta la vita fingendo di essere un'altro per l'appunto. Penso sia la seconda in quanto prendo anche come punto di riferimento il tuo vecchio post sull'amicizia, che emanava una profonda solitudine e tristezza: ciò dovuto forse perchè reprimi e menti a te stesso per compiacere la maggioranza di chi ti circonda e tenerti vicino quei pochi "amici" che, nel peggiore dei casi, ti isolerebbero se mostrassi a loro come sei in realtà.

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  3. Ti ringrazio per l'impegno e per il contributo Rebecca ma non cerco né una psicologa né un castello mentale, in tale proposito sei libera di arrivare alla conclusione che più ti ispira.
    Ti invito a rimanere on-topic, come hai fatto nella prima parte del tuo commento, decisamente più costruttiva.

    Per fortuna gli amici stretti che ho io mi accettano per quello che sono, nel bene e nel male.
    Proprio per questo sono pochissimi.
    Chissà, forse coloro che ragionano con la loro testa tendono ad avere meno amici.

    Concordo pienamente Carolina, forse il dettaglio del come non è così importante come il dopo.

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  4. Toccato tasto dolente eh? :D Aglia aglia queste maschere.....
    Sbagli, hanno pochi amici solo coloro che sono onesti e sono se stessi al 100% verso gli altri.
    Hai ragione, tu non hai bisogno di una psicologa, hai bisogno di amici e si vede lontano un miglio. La stessa natura del blog prova che soffri di solitudine.
    E' oggettiva la cosa ma non prenderla su personale certe osservazioni critiche...piuttosto esci di casa a trovare nuovi veri amici e scrivi meno sul blog

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  5. Ok, provo a dirtelo in un altro modo.

    Il fatto di prendere continuamente un qualsiasi dettaglio di quello che scrivo per farmi l'analisi della personalità, senza manco conoscermi, è una cosa che mi da fastidio.

    Non soffro di solitudine, sono felice con la ragazza e con gli amici che mi ritrovo, grazie per il suggerimento.

    Gradirei maggiormente le osservazioni critiche se avessero effettivamente a che fare con quello che scrivo e non con me, rileggiti il post introduttivo del blog se non ti è chiaro lo scopo per cui scrivo qui.
    Non scrivo qui per capire me stesso e non scrivo qui per sfogarmi.

    grazie.

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  6. Bellissime parole..mi sembra di leggere nel tuo cuore. Continua cosi e non farti condizionare da nessuno. Io penso che ognuno di noi ha diritto di vivere la propria vita e pensare con la propria testa.

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  7. Forse ispiri consulenza psicologica :-))
    Scherzo Rebecca, ma forse questa volta Marco ha ragione entrare dentro il suo intimo è troppa roba, e non conoscendolo è assai azzardato, ma da un lato un po' è vero a volte si delinea nei tuoi scritti un po' di tristezza,ma si sa le riflessioni,quando sono serie, lasciano poco spazio a sprizzi di vivace gioia,e Laurela dice bene vai avanti così,ma non temere mai il confronto e sii sempre onesto con te stesso.

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