sabato 20 luglio 2013

Elogio dell'errore

Nel giorno d'oggi l'errore viene demonizzato, a scuola com a lavoro.

Nelle scuole dell'obbligo il fine degli studenti non è quello di imparare.
Il fine degli studenti in questi sventurati ambienti è quello di sapere quello che permette loro di avere un buon voto, il fine è prendere un buon voto.

E se questo contribuisse all'enorme tempo necessario per capire veramente cosa ci interessa fare nella vita?
E se cambiando le cose questo grosso lasso di tempo fosse minore?.
Se fossimo più soddisfatti come studenti nel fare ciò?.

Come poter fare dunque?


Bella domanda, proprio una bella domanda.


Qualche idea in mente ce l'ho, vediamo se riesco a metterla su "carta":

1) Nei corsi universitari online di "Coursera" gli studenti correggono i compiti dei compagni. 

L'insegnante è solo un moderatore e risolve i dubbi nel processo.
In questo caso mettere due studenti nello stesso banco è utile.

2) Usare dei libri con dei capitoli non è conveniente.. gli argomenti devono partire da una domanda e dalla conversazione.

Al "come" ci si deve arrivare gradualmente, non deve essere un processo in stile "si fa così" e basta.
Lo scopo dell'insegnante non è quello di fare andare bene gli allievi nei compiti in classe in base a quello che è scritto nei testi scolastici.
Sono del pensiero che l'esistenza stessa delle "valutazioni" intese come voti sia molto sopravvalutata e induca una trasformazione degli studenti in pappagalli, se usate nel modo in cui si usano ora.
Sbagliare è la cosa migliore che possa capitare ad uno studente e l'insegnante deve valorizzare questi eventi e non reprimerli!!.

Mi chiedo.. se l'insegnante si limitasse a porre delle domande e ad aprire una discussione o dibattito non sarebbe più coinvolgente?.
In fin dei conti ragionare solo nei termini dettati da un libro e sapere a memoria una cosa letta su un libro.. e andare quindi bene in un compito.. beh non significa capirla.

Capirla significa intenderne le ramificazioni, significa che se si discute di una cosa analoga realizzi che puoi prendere quel concetto e metterlo in mezzo a quello che si sta dicendo per arricchirlo.

3) Con la crisi di oggi i giovani escono dalla scuola dell'obbligo in braghe di tela.

Bisogna dare delle responsabilità ai giovani, devono imparare ad autogestirsi sin dalle scuole medie, proprio come avviene nelle università.
Bisogna fare di tutti per avvertirli che ci sono molti studenti laureati che non trovano lavoro e l'unico modo è crescere continuamente e non fermarsi mai, è una sfida vera e propria.
La competizione sta aumentando proprio come nei paesi dell'est, dobbiamo essere pronti e non farci trovare impreparati.


4) Certuni insegnanti si fanno odiare dai propri studenti.. sarebbe anche ora che le cose cambiassero un pochetto.
Dare un'idea nuova e fare ragionare in modo differente uno studente può aprirgli nuovi orizzonti, ho perso il conto di quanti insegnanti hanno i loro pupilli preferiti e si arrendono nei confronti di coloro che sbagliano.

Lo ritengo un evento gravissimo.



   






3 commenti:

  1. http://it.wikipedia.org/wiki/Lev_Sem%C3%ABnovi%C4%8D_Vygotskij

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  2. ecco un grande psicologo misconosciuto che ha teorizzato e mesoin pratica quello di cui hai scritto

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  3. Grandissimo, molto interessante! =)

    Un'altra cosa interessate che mi sarebbe piaciuto includere è il modello VAK, tuttavia ha delle implicazioni molto grandi e l'applicazione pratica ha dato dei risultati un pelo fuorvianti.

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