giovedì 7 maggio 2015

Il mondo nello specchio

E' assolutamente inutile.
Giro e rigiro.. mi guardo attorno, non posso non notarlo.

Sapevo che ogni persona ha un lato di se' che non mostra agli altri.
Il mio errore, in passato, è stato quello di fermarmi li, di non guardare oltre a questa affermazione.

Mi sono interrogato sulle persone che conosco.
Sulle persone che frequento.
Sulle persone con cui lavoro.
Sulle persone con cui esco.

Riflettendo, sono giunto alla stessa conclusione a cui altri sono arrivati, prima di me.

A volte, quando si entra nel carattere delle persone, noto sempre più quanto il mondo che percepiamo sia in realtà un mondo specchiato.. e non la realtà delle cose.

Questo principio è direttamente proporzionale a come le persone si pongono verso loro stesse.
Nello specifico, parlo della estremizzazione, della necessità di "dimostrare", dell'autosoppressione.

L'estremizzazione deriva dalla propria insicurezza.
Se sono così sicuro di qualcosa, perché mai dovrei estremizzare, nel tentativo di dimostrare qualcosa?.
Una persona "eccessivamente" calma e tranquilla nasce dalla soppressione e dall'auto-commiserazione, anche quella è una forma di estremizzazione che si può spesso riconoscere.

Trovo che queste cose siano molto legate alla crescita di una persona, alla maturazione interiore.
Un conto è intravedere la radice del proprio essere eccessivi, un altro paio di maniche è invece accettarlo, ammetterlo.

Quando realizzi che ti comporti in un determinato modo, proprio perché in realtà sei diverso, in te scatta qualcosa, ma hai paura.
Nonostante questo persisti, continui, perché?.

Per essere riconosciuto la società ha un mantello di canoni e superficialità.

E è così che il mondo gira.. e più enfasi metto, più voglio dimostrare qualcosa a qualcuno.. e più si realizza la regola dello specchio.

Ed è così che i fanatici sono i primi a nutrire dei dubbi in quello che predicano e sono più deboli di quanto possono sembrare, e cercano solo le conferme che vogliono vedere e sentire, entrando nel tunnel .

Ed è così che i soppressi hanno in sé molta più forza di quanto immaginano, e stringono le loro catene nell'autocommiserazione ignorando, nel loro piccolo, quella dignità che da troppo tempo ormai, li cerca senza sosta.


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