domenica 2 febbraio 2014

Il mito della genialità

Quasi tutti concordano, un fondamento basilare del modo di pensare della gente.
E' diventato costume, con il passare dei secoli, pensare che geni si nasce.

Si pensa a geni come Mozart, Beethoven, Newton, Tesla.

Le ricerche scientifiche applicano un test che valuta il quoziente intellettivo delle persone, come se l'intelligenza fosse un qualcosa di facilmente confrontabile.
Non facciamo lo stesso quando andiamo a fare la spesa nella sezione frutta e verdura?.
Il gene dell'intelligenza.

Ebbene: Non concordo.

Non riesco a concepire questo forzare la mano nel sovrapporre le capacità intellettive.
Delle due apprezzo maggiormente Howard gardner, che ha provato a differenziare l'intelligenza di una persona in sette categorie.

Tutto questo va in contrasto con la nostra natura neuroplastica.
Siamo individui altamente adattogeni.. non solo muscolarmente.

Nella mia mente lo sport è l'esempio per eccellenza.
Penso che l'intelligenza sia un meccanismo specializzato, nello stesso modo in cui l'allenare un muscolo con un esercizio, ti permette di diventare forte in quell'esercizio e in quella modalità di allenamento.
Questo perchè la forza ha una componente mentale ben superiore a quanto immaginiamo.
C'è un motivo se chi si allena per uno sport di potenza non si allena come un bodybuilder.
C'è un motivo se chi vuole diventare un maratoneta non fa gli scatti sui 100 metri.
Rientra tranquillamente nel principio della specificità.

Pffff... i geni.
Mi dispiace che quado ci si pensa si tenda a considerare solo le loro opere.
Le persone ignorano il percorso da A a B di questi individui, come se fossero nati già in B.

La gente pensa a Beethoven come un genio ignorandone il padre musicista, che lo torturava durante le sessioni di pratica.
La gente pensa a Picasso come un genio ignorandone il padre pittore, gli anni d'infanzia passati insieme dipingendo continuamente.
La gente pensa a Newton credendo che una mela l'avesse colpito in testa, scontando che nessuno, prima di allora, si fosse accorto che le cose cadono verso il basso.
La gente Pensa a Mozart ignorando l'influenza del padre musicista e l'enorme abilità della sorella Nannerl, messa in secondo piano dopo la nascita del fratello.
La gente pensa ad Einstein ignorando l'enorme influenza che ha avuto un amico di famiglia (Max Talmey) sui suoi studi e sul suo modo di studiare.

Non trovo giusto il considerare le opere finali come delle apoteosi della genialità, anzi.
Trovo che il principio di specificità si adatti perfettamente anche a questa situazione.

Malcom Gladwell nel suo libro "the story of success" definisce come "maestria" di un soggetto la conoscenza, in un determinato campo, ottenuta dopo 10.000 ore di pratica.

Sembrano un' infinità vero? Eppure è tutto relativo:
Fate fatica a parlare con qualcuno usando la voce?.
Fate fatica a leggere a voce alta un testo qualsiasi, scritto nella vostra lingua?.

Ricordate le difficoltà che avete dovuto superare, da piccoli, per saperlo fare?.
Non avete forse praticato per decine di migliaia di ore per saperlo fare in modo così fluente?.
Eppure non ve ne rendete conto.

E allora mi piacerebbe stracciare questo velo di genialità che da sempre ci impone la sua volontà!!.
Impostora e testimone involontaria al contempo, strumento autocommiserativo d'eccellenza!!.

L'epilogo di oggi è il gene che determina la genialità, il santo graal dello studio.
Su questo ho un solo commento.

Siamo esseri umani.
Una miccia, del materiale innescabile e un pizzico di cattiveria.. è tutto quello che ci occorre.
Forse intuite a cosa mi riferisco, e credetemi, la genialità a confronto è nulla.










 


2 commenti:

  1. Intelligenti lo siamo tutti, e l'intuizione è qualcosa da non sottostimare, io non concordo con Newton sotto certi punti e Einstein era tardo sul molte altre cose...quindi concordo sfatiamo questo mito.Chiunque metta passione in quel che vuol fare e gli piace può raggiungere risultati sorprendenti.
    Bel post

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